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8.13.2013

Resonconto "Shaking the Habitual" Göteborg/Oslo

Le premesse erano chiare fin dal titolo stesso dell'album (ed omonimo tour), e dalle poche interviste concesse Karin Dreijer ed il fratello Olof, insieme a tutto il resto del collettivo, avevano avvertito che il tipo di spettacolo ideato non avrebbe concesso mezze misure di valutazione...insomma, o lo si adora o lo si disprezza. Il "Shaking the Habitual" tour difatti è stato concepito come performance artistica in cui i The Knife come duo non esistono più, diventando un collettivo che include ballerini, visual artists, ginnasti, e dove non importa chi è chi o chi fa che cosa, se il brano è completamente in playback e tutti fingono di suonare qualcosa, oppure se le parti vocali e strumentali sono effettivamente reali; lo spirito con cui si deve vivere l'evento dev'essere di totale apertura andando oltre qualsiasi schema classico. Detto questo, trovo davvero ridicolo chi durante i due live che ho visto (o meglio, vissuto), ha avuto così cattivo gusto da fischiare od andarsene per bere qualche schifosa birra in più.



Passato ormai l'effetto entusiasmo da post-concerto, non posso che constatare quanto sia difficile rendere a parole la sensazione provata durante i due live, cosa che, per quanto ben realizzati, nemmeno i video disseminati qua e la da mesi su YouTube possono...specialmente per quanto riguarda Silent Shout, forse la parte più ipnotizzante dell'intero spettacolo, in cui raggi concetrici di luce bianca e colorata trasformano le figure danzanti in ombre che si muovono alla rinfusa ma con estrema grazia.



Seppur Karin (così come Olof) non ha fatto nulla per ritagliarsi dello spazio in più rispetto al resto del gruppo, e spesso risultasse un "tantino" più statica nei momenti in cui si dedicava al ballo, è da dire, tolta la mia innegabile cotta per lei, che si tratta di un magnete capace di catturare tutta l'attenzione su di sé e trasformare qualsiasi movimento od espressione nella parte centrale dell'intera performance...tant'è da risultare impeccabile persino proiettata su uno schermo con barba e baffi a riprendere le fattezze di un giornalista svedese non particolarmente apprezzato dai Dreijer
In tutto questo l'unica pecca, avendoli visti all'interno di due festival: il Way Out West di Göteborg ed l'Oya di Oslo, è stata quella di sorbirmi i gruppi precedenti ed assistere a scene pietose di gente che ormai aveva in circolo birra e non più sangue (tra questi pure la mia amica danese...), ma tant'è, era un'esperienza da vivere e che consiglio! In autunno suoneranno a Parigi, sicché, qualche ora di TGV la valgono :)

4.11.2013

Shaking The Habitual

THE KNIFE "SHAKING THE HABITUAL"

Giunta all'ennesimo ascolto, non riesco ancora trovare un solo frammento che non mi convinca del fatto che i 7 anni di attesa per "Shaking the Habitual", pur contanto i progetti paralleli e quel fascinosissimo lavoro con Planningtorock ed Mt. Sims dal titolo "Tomorrow in a Year" che in qualche modo si continua nel brano "Raging Lung", i fratelli Dreijer non li abbiano spesi interamente alla lavorazione di questa ora e mezza abbodante di caotiche distorsioni, isterismi vocali di una Karen più fascinosa che mai, i beat sempre più pulsanti di Olof, strumentazioni inconsuete fino a ciò che appare come uno shamisen giapponese, ore di registrazioni ambientali dentro la cattedrale di Uppsala a Stoccolma, strumenti a fiato e sperimentazioni elettroniche spinte oltre ogni definizione. Un'ora e mezzo di rara complessità sonora, talvolta al limite dello sfinimento e riflessioni sociali/politiche frutto di approfondimenti universitari e gruppi di studio concentrati sul ruolo femminile, sul significato del termine "privilegio" e la responsabilità di essere un artista...tutte questioni espresse in maniera approfondita nelle interviste rilasciate ultimamente e nel contenuto grafico del doppio CD (o vinile)...ed ancora nel corto diretto da Marit Östberg (stessa regista del video "Full of Fire"):


Alle prese con la preparazione della playlist del primo quadrimestre, mi ritrovo con la certezza che inserirei in pratica tutto l'album dei The Knife e poco, davvero poco altro...sicchè, dato che l'obiettività non è il mio forte, non aggiungo altro, rimandando ad agosto la sintesi dei loro live che vedrò ad Oslo e Göteborg...e da spettatrice di una tappa del loro incredibile tour del 2006 "Silent Shout. An Audio-Visual Experience", nonostante le ottime premesse sul gruppo di lavoro, non mi è possibie immaginare come potranno superarsi, eppure sono certa che lo faranno!



Buon Ascolto! :)

1.28.2013

Full of Fire

Negli ultimi giorni la pubblicazione del singolo "Full of Fire", a precedere il ritorno dei The Knife con l'album di prossima uscita "Shacking The Abitual", è stato più volte postato in vari formati per essere subito dopo ritirato...ora sembra essere definitivamente pubblico. "Full of Fire" è accompagnato da un fascinoso quanto disturbante cortometraggio realizzato dalla filmmaker Marit Östberg (artista dedita a tematiche di forte impatto e forse non adatta a tutti...), che riprende in maniera perfetta lo spirito critico/sociale/politico che ha sempre caratterizzato la musica dei The Knife; critici soprattutto nei confronti della loro Svezia, paese a volte non così corrispondente all'immagine di welfare state di cui tanto si vanta...ricordo che fino a pochi giorni fa era uno di quei paesi che obbligava le persone che si sottoponevano all'intervento di riassegnazione del sesso, alla sterilizzazione forzata. Il corto è costruito partendo dal brano "Who Looks After My Story", critico con l'arroganza dell'uomo bianco, eterosessuale e ricco, che di fatto ha scritto la Storia tentando di cancellare la natura ben più varia e complessa del genere umano, generando disparità sociali e mancanza di diritti ancora oggi ben radicati anche nelle società più evolute.
...come di consuetudine i fratelli Dreijer appaiano nel video...in vesti poco credibili :)...ma facilmente riconoscibili.

Full Of Fire from The Knife on Vimeo.

Buon Ascolto e buona Visione! :)

8.24.2012

Fever Ray ed il live per il week-end

Mensole colme di dischi impilati che una volta ascoltati 2-3 volte hanno perso tutto il loro fascino ed iPod sempre riempito al limite delle sue capacità da cianfrusaglie di ogni tipo, per poi rendersi conto che tutta questa disponibilità di musica spesso fa sì che si lascino da parte per tempo dischi che invece hanno avuto un impatto particolare. E' il caso di "Fever Ray", primo album solista (ma su questo punto si potrebbe discutere su quanto il fratello Olof abbia contribuito alla sua realizzazione) di Karin Dreijer Andersson, uscito nel 2009 appunto sotto pseudonimo Fever Ray. A mio parere Karin Dreijer è una delle creature più affascinanti apparse negli utimi anni, un essere alieno che prescinde da ogni genere ed etichetta, tanto da non mostrarsi mai nelle sue reali fattezze (nemmeno per le interviste), avvalendosi di modulatori vocali per distorcere la sua tonalità in continue fluttuazioni basse, metalliche ed acute, ed ancora costumi e make-up che rendono impossibile delineare i suoi tratti. In realtà, guardando il video Pass This On (progetto The Knife), la ragazza scocciata che resta seduta al tavolo è lei...
Il mio intento era di postare qualche suo video live decente per il "live del week-end", ma avendo trovato soltanto video artigianali di pessima qualità, ho pensato che i suoi videoclip sono più che sufficienti:

When I Grow Up

Seven

Triangle Walks

Quando si parla di Karin Dreijer non si può non far riferimento al suo progetto The Knife condiviso con il fratello Olof, e ricordandomi un loro live visto qualche anno fa a Milano come una delle esperienze visive più suggestive ed affascinanti a cui abbai assistito, lascio sotto il contenuto del loro DVD "Silent Shout, An Audio-Visual Experience". Un palco sviluppato su più piani di profondità, immagini tridimensionali e teli che permettono la proiezione di immagini olografiche...insomma:
The Knife "Silent Shout, An Audio-Visual Experience"
tracklist
Pass This On
The Captain
We Share Our Mother's Health
You Make Me Like Charity
Marble House
Forest families
Kino
Heartbeats
Silent Shout
From Off to On


Buon Ascolto e buona Visione!! :)

4.15.2010

The Knife - Tomorrow in a Year



 The Knife with Mt. Sims & Planning-to-Rock-  Tomorrow In A Year 
(Download)
                                                                  
Se i loro lavori precedenti : "The Knife", "Hanna Med H Soundtrack","Deep Cuts" e "Silent Shout", nonchè il "prodotto" solista della parte femminile ddel duo (Karin Dreijer sotto il nome Fever Ray, che tra l'altro se non erro rientra nella lineup del Coachella Fest. di quest'anno), sono dei capolavori della musica elettronica, beh, per questa vera e propria opera lirica elettronica (o come è stato detto, si tratta di "post-elettronica"), non ci sono termini adeguati per descrivere tale genialità: ci avviciniamo al 150nario di Darwin, e questo monumento trae spunto da ciò...brani minimali (è dir poco), brusii ripetuti e sincopati, tutto questo ci trascina pian piano aggiungendo sonorità differenti, sempre più complesse, esattamente come nell'evoluzione delle specie, un organismo unicellulare dotato di pochissime funzionalità, con il tempo aggiunge a se funzioni, meccanismi, raggiungendo un sempre maggiore grado di differenziazione e specialità, si integra ad altri organismi unicellulari, formando complessi, un organismo formato da più organismi...ed è cio che questa OPERA fa durante il suo corso; seguendo la "teoria" (perchè si dice ancora teoria?) darwiniana: aggiunge"rumori" a "rumori" creando infine un "organismo" incredibilmente complesso, ricco di processi "metabolici" in grado di scindere e sintetizzare qualsiasi sostanza, mischiando perfettamente sonorità elettroniche a vocalità liriche che a loro volta si uniscono a vocalità prodotte da strumentazioni elettroniche. Tutto ciò (in un solo album) ha permesso la creazione di un genere musicale nuovo, definito da alcuni "post-opera", da altri "post-elettronica"...personalmente, concordo con il suffisso "post" a prescindere, parlando di evoluzione, dunque di qualcosa che "viene dopo" e che incorpora tutto quello che c'era prima...migliorandolo. Sicuramente di scarso successo commerciale in quanto a vendite, ma ascoltandolo si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un inizio, alla base di un nuovo ramo che si aggiunge evolutivamente ad un albero genealogico.