4.30.2011

Cripticismi primaverili.

Dato il tempo piovoso ed il crollo delle temperature, ho ripescato due album (che in realtà poi sono usciti soltanto qualche settimana fa), piuttosto uggiosi, malinconici e meditativi...quelli per cui non credo possa essere valida alcuna recensione, vale la soggettività, la sensibilità e non in minor misura, il contesto in cui ci si appresta all'ascolto.

-1) Dustin O'Halloran abbandonato il progetto Devics con Sara Lov, ha approfondito il suo amore per il cinema e si è buttato nel comporre colonne sonore (forse la più famosa riguarda la sua collaborazione alla soundtrack di Marie Antoinette diretto da Sofia Coppola). Le sue atmosfere pacate, minimali e riflessive in "Lumiere" sono state arricchite ulteriormente nel loro significato da collaboratori come Johann Johannsson e Max Richter (due da niente insomma...), rendendo questo lavoro insolitamente orchestrale per uno come O'Halloran...ma niente pomposità, nessuno slancio maestoso...del resto, come per il cinema, non servono particolari mezzi, non servono inutili effetti aggiuntivi, ore di trucco, men che meno effetti speciali, e se il regista (od il compositore) è davvero capace, non serve nemmeno una fotografia curata, la percezione "opaca"  può essere la più esaustiva possibile. (se poi invece l'estrema nitidezza  delle opere di David LaChapelle o Gregory Crewdson riesce ad emozionarvi...beh, forse è probabile che quest'album vi annoi parecchio)



-2) Il secondo è Antonymes (ossia Ian M. Hazeldine), fotografo, designer ed artista concettuale dal nord del Galles, già alla sua terza prova dopo il precedente album uscito nel 2009 "Beauty Becomes the Enemy of the Future" (titolo alquanto saggio!!)e "31:Before the Light Fails" uscito lo scorso anno. Per rimanere in linea, anche quest'ultimo ha un titolo piuttosto accattivante "The license to Interpret Dreams". La sua musica è sintetica, vero, è fatta tramite programmi informatici e sintetizzatori, ma non per questo risulta poi fredda o distaccata...tutt'altro! (un po' come il buon vecchio Basinski insomma)



Buon Ascolto!

4.27.2011

Da tener d'occhio

In questo momento scrivo dal terminal 3 dell'aeroporto di Copenhagen, quindi ho una scusa se non sono riuscita a reperire ancor nulla di sostanzioso a proposito...ma ci proverò giusto tra qualche ora, promesso! Giusto ieri sera guardavo gli aggiornamenti youtube ed ho scorso un video sul canale della CargoVideo a proposito di questa gggiovane violoncellista svedese: Linnea Olsson...a parte il fatto che onestamente la ragazza  mi ha lasciata a bocca aperta a chiedermi dove fosse stata prima d'ora...ma io me lo sento, è un'artista da iniziare a seguire, credo ci darà delle grandi soddisfazioni! 
(sul canale della CargoVideo ci sono altri video)




Linnea Olsson - The Ocean by Juliapop
Buon inizio ascolto...per ora!

4.20.2011

Un biglietto dalla Danimarca...

Questo post è orrendamente autocelebrativo, lo so, ma poi non romperò più per almeno una settimana...ma soprattutto non sono mica felice in questo momento, noooooo...il tutto perchè tornata a casa ho trovato una busta nella mia buca delle lettere, che arrivava dalla Danimarca, con all'interno un "certo" biglietto con il mio nome sopra:

Terza fila posti centrali...sono commossa!! :')

Iceland Playlist

Domani sarei dovuta tornare in Islanda per una settimana, approfittando di questi pochi giorni festivi, ma poi i miei due compagni di viaggio, ricordando le due settimane di pioggia incessante che abbiamo preso la scorsa estate, hanno voluto optare per Copenhagen...non male, mi pregusterò la città prima del prossimo 2 settembre...data ancora lontanissima! Sta di fatto che di musicisti danesi non ne conosco poi molti, e comunque avevo già pronta la playlist islandese...poi le mie copertine sono sempre fantastiche, delineano alla perfezione le mie indiscusse doti da graphic designer! :)
Alcuni nomi, data la celebrità, erano d'obbligo: Sigur Ròs, Bjork (quella dei tempi ancora buoni però!)
altri erano un obbligo morale: Hildur Gudnadottir (di cui è vergognosamente vero, non ho mai messo nulla, ma lo farò), ed il solito grandioso Valgeir Sigurdsson, ed altri sono ancora giovani promesse: gli Hjaltalìn che ho messo addirittura in tripla dose, ma personalmente li trovo fantastici, e tra questi anche Kria Brekkan, che direi essere l'antitesi alle urla di Bjork, ma è anche vero che in fatto di abiti eccentrici se la giocano alla pari! :)

1- Past Tundra Valgeir Sigurdsson
2- Kin Valgeir Sigurdsson feat. Bonnie "Prince" Billy
3- Hunter Bjork
4- Biboni Kria Brekkan
5- Trailer Music Hjaltalìn
6- Saeglopur Sigur Ròs
7- Erupting Light Hildur Gudnadottir
8- Hemipode Amina
9- Our Hands Bjork
10- Friends on the Horizon Mesita
11- Suitcase Man Hjaltalìn
12- In Gray Hildur Gudnadottir
13- Flètta Antony & the Johnsons feat. Bjork
14- The Gift Johann Johannsson
15- Song from Incidental Music Hjaltalìn
16- Armor Kria Brekkan

Buon ascolto, e buona settimana!

4.18.2011

Record Store Day

Oggi mi va di scrivere di un compositore e direttore d'orchestra torinese di Classica Contemporanea: Ezio BossoMi piace perchè in barba all'elitarismo dell'ambiente classico, Ezio Bosso viene da una famiglia di operai Fiat, e grazie al fratello maggiore viene iniziato alla musica fin da quando ha 5 anni, poi si diploma in contrabbasso al Conservatorio di Venezia e da lì la sua carriera inizia con la composizione di colonne sonore per alcuni film, collaborazioni con le maggiori orchestre europee e non, e poi con musicisti del calibro di Philip Glass...a questo punto mi viene naturale citare la musica che Glass ha composto per "Koyaanisqatsi" di Godfrey Reggio, vi renderete conto nell'ascolto che Bosso ne trae parecchio spunto.
Qui sotto con la Filarmonica '900 (sì, quella che si è esibita con gli Antony & the Johnsons alla Reggia di Venaria nel 2009), ed il super violoncellista Relja Lukic, nella sinfonia "Oceans" cui ho avuto la fortuna di assistere alla prima lo scorso anno al Teatro Regio qui a Torino , e qui l'ultima parte (dal terzo minuto il continuo crescendo è da brividi!):

 Qui invece l'utilizzo che della sinfonia ne ha fatto la Regione Piemonte, per uno spot fighissimo di promozione culturale...ed ascoltando l'inizio si può benissimo ritrovare quella sonorità claustrofobica ed alienante di Philip Glass per Koyaanisqatsi:


A proposito di Antony... non c'entra nulla, ma sabato ricorreva il Record Store Day e per l'occasione era disponibile l'EP Swanlights in edizione limitata, 900 copie...e proprio questo mi ha fatto pensare quanto sia prezioso avere un proprio negozietto di dischi di fiducia, preferire rivolgersi a questo piuttosto che ai negozi on-line...tant'è che la mia costante presenza nello stesso negozietto da anni, ha fatto sì che io avessi la mia copia già il venerdì...un giorno prima!
E devo dire che la versione Oneohtrix Point Never di "Swanlights" è straordinaria!

4.13.2011

Matt Howden, un altro one-man band.


Mi sono resa conto che Matt Howden (dato che lo scorso sabato, 9 aprile, era a Milano), è in fin dei conti piuttosto sconosciuto, anche se nella sua carriera ha fatto parte della formazione Sol Invictus e tra i tanti ha collaborato anche con i Larsen... sicchè, nel mio piccolissimo, cerco di fare un minimo di opera di promozione.
Matt Howden è un violonista d'avanguardia, figura in due progetti che poi non sono molto diversi tra loro, appunto come "Matt Howden" (prevalentemente strumentale), e come "Sieben" (in cui si aggiunge la sua voce in maniera più costante), ed ha all'attivo svariati album e moltissime collaborazioni.
Si può pensare a lui come un vero one-man band, difatti senza utilizzare basi pre-registrate, Howden sviluppa i suoi brani man mano, aggiungendo un "pezzo" alla volta avvalendosi dei classici loops...una semplice melodia ottenuta pizzicando le corde del suo violino, a cui si aggiunge un picchiettio od un fruscio ottenuto nei modi più improbabili,  a questo segue lo "sfogo" con l'archetto, poi la sua voce (sarà causa del suo forte accento british, ma a me piace tantissimo!), ed infine il culmine, in cui si scatena con il suo violino, ma insomma, guardatelo:


Così lascio un paio di links, ho scelto un album soltanto come "rappresentativo" per ognuno dei suoi due progetti paralleli (se poi interessa, ditemi pure, ho tutta la lunghissima discografia):



Sieben "Star Wood Brick Firmament"
DOWNLOAD

L'ultima uscita di Howden, l'album è del 2010, la copertina è obiettivamente bruttissima :), ma l'album secondo me merita, eccome!



Matt Howden "Spurge the Sun"
DOWNLOAD

Album del 2004, si tratta di una prima raccolta della sua produzione, decisamente un approccio più strumentale, ma talvolta la sua voce appare facendo una gran bella figura, fra tutti "Peterson's Seat".





Buon ascolto!

4.12.2011

Si va! ...era ora!!

Giusto oggi è uscito il videoclip diretto da Sua sorella, Sara Hegarty,  per chi non l'avesse ancora ammirato:

Ma la notizia più importante è che oltre alla data del 14 Agosto al Wilderness Festival , si sono aggiunte altre due date a Copenhagen, il 2 ed il 3 Settembre, in cui gli Antony and the Johnsons saranno accompagnati dalla Danish National Orchestra(!!). Sicché saranno due anni che non li si vede più in Europa (escludendo "Life and Death of Marina Abramovic" a luglio), ed io dunque ho deciso che ci andrò! (anche perchè chissà se saranno aggiunte altre date o meno)
A questo punto, avrei voluto postare qualcosa a proposito di Matt Howden (Sieben), ma credo rimanderò dato che nella mia testa ora ci sono soltanto due parole che insistono prepotentemente: Antony e Copenhagen!! :)

4.08.2011

Ora voglio il Vol. 1

 
Da tempo era fermo sul mio iPod, e più volte avevo tentato di ascoltarlo, ma sempre con una certa distrazione...dopo 2/3 brani interrompevo quasi infastidita da quello che mi sembrava un brusio ripetitivo, poi casualmente capita di sentirne un brano in modalità random e pensare "ma chi è? ma l'ho messo io questo?!?", controllo ed è proprio quell'album che ormai ero quasi intenta a cancellare...capisco che è arrivato il momento giusto per ascoltarlo!
"New History Warfare Vol. 2: Judges" di Colin Stetson è un album lascia spazio a poche definizioni e categorizzazioni, si può dire che si tratta di sperimentazione, tecnica  (e molta direi!), avanguardia, si può dire che le sue sonorità claustrofobiche e ripetitive certamente non rendono il lavoro di Stetson apprezzabile da un pubblico in larga scala, richiede attenzione ed anche un po' di pazienza...ma quando si giunge alla fine dell'album, si ha l'impressione di aver fatto qualcosa di buono e qui si capisce il suo valore. Come "piccola" aggiunta di informazioni, è doveroso svelare che all'album hanno collaborato Laurie Anderson e Shara Worden (My Brightest Diamond), le cui voci riescono a trovare un binomio perfetto.

Colin Stetson è un saxofonista che grazie a particolari tecniche respiratorie riesce a dare una continuità al suono del suo strumento davvero fuori dal comune...e da ormai quasi medico, mi viene naturale osservare gli effetti di queste tecniche sulla sua pressione sanguigna :), comunque, nel corso della sua carriera  ha collaborato con Tom Waits, Arcade Fire,  Lou Reed e con la moglie di quest'ultimo Laurie Anderson al suo ultimo album, us Ito l'anno scorso "Homeland", qui sotto nella performance al Letterman Show per "Only an Expert" (tra l'altro, quanto è geniale questo brano?!?):

Buon ascolto!

4.05.2011

Continua la rassegna stampa

Un articolo su "La Repubblica" di ieri a proposito della Nostra (cioè per chi intende Julia Kent come "la Nostra"...)...un po' di inesattezze ci sono, mah...
 http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/04/04/news/julia_kent-14490138/

Julia, viaggiatrice solitaria
"Inseguo idee, non mode"

Incontro con la Kent, violoncellista canadese indipendente. I concerti, i progetti, la collaborazione con Paolo Sorrentino per il suo prossimo film con Sean Penn. E il rapporto con internet. "La mia casa discografica è la Rete. All'industria resta solo il pop. Ma non siamo tutte Lady GaGa"

dal nostro inviato GIUSEPPE VIDETTI
DÜSSELDORF - Nei sotterranei della Schauspielhaus di Düsseldorf il tempo è fermo. Un regista, un'attrice, un tastierista e una violoncellista provano per tutta la notte un monologo di Ostermeier. L'ambiente è grigio, spoglio. L'altoparlante sembra una vecchia stufa a kerosene. Nessun segno di modernità. Quattro artisti alle prese con una pièce drammatica. Là fuori potrebbero piovere le bombe degli alleati o Frank Gehry potrebbe già aver riedificato la nuova Düsseldorf, non farebbe differenza. Janina Sachau attacca il monologo, il tastierista incalza con un discreto sottofondo elettronico, poi tra le parole s'insinua il violoncello di Julia Kent. Le due donne si tengono con gli occhi. Una racconta il suo naufragio sentimentale, l'altra la insegue sottolineando con l'archetto tenerezze, violenze, abbandoni, rabbia, follia.


Düsseldorf è solo una delle fermate nella febbrile attività di Julia Kent, la violoncellista canadese che negli anni Novanta, ormai di stanza a New York, incise due album cult col trio delle Rasputina, prima di collaborare con Antony and the Johnsons e iniziare un'attività come solista che ha prodotto due dischi, l'ultimo dei quali, Green and grey, uscito appena qualche mese fa. Poi vola a Bologna per lavorare con Barbara De Dominicis al progetto multimediale
Parallel 41. In mezzo alle mille collaborazioni, c'è un fitto calendario di concerti per violoncello solo da onorare. Ha cinquant'anni, non li dimostra. E' magra, pallida. Ha lo sguardo dolce e determinato che abbiamo visto sul viso di grandi donne come Martha Graham e Pina Bausch. Parla come se stesse recitando un rosario inutile, come se le parole fossero un orpello di cui la sua musica non ha bisogno.
                           

Da quando ha tagliato i ponti con l'avant-garde delle Rasputina e ha voltato definitivamente le spalle al mainstream, Julia è diventata una viaggiatrice solitaria, manager di se stessa, unico compagno il violoncello. "A parte alcuni loops, io faccio tutto col mio strumento", racconta la Kent in una pausa delle prove notturne. Paolo Sorrentino ha voluto Gardermoen, il brano d'apertura di Delay (2007) in This must be the place, il nuovo film con Sean Penn. "La colonna sonora è stata composta da David Byrne, ma quando ho ascoltato il brano di Julia l'ho trovato così funzionale a una scena che è diventato irrinunciabile", ha dichiarato il regista. "Dicono che la mia musica sia molto cinematografica, che suggerisca delle immagini - conferma la Kent - cerco solo di suggerire o scatenare emozioni". Racconta che Delay fu ispirato dall'atmosfera degli aeroporti (Gardermoen è il nome dello scalo di Oslo), nel periodo in cui con Antony viaggiava come una trottola. "Sapevo che non era un'idea originale, che Brian Eno aveva già pubblicato un disco ambient, Music for airports. Io però mi sono mossa in un'altra direzione. Un aeroporto può anche essere teatro di grandi emozioni: incontri, separazioni, addii. Ne ho viste di scene! L'ultimo cd, Green and grey, è invece ispirato alla natura, all'intervento degli uomini su di essa e al modo in cui le due cose interagiscono. Mi affascina il potere che ha la natura di distruggere anche le più sofisticate opere di ingegneria, come è successo col terremoto in Giappone".

Fu la madre violinista che la introdusse alla musica classica. "In casa mia pop e rock erano banditi - e per la verità non ne ho mai sentito la mancanza. I miei idoli sono tutti compositori classici, Stavinsky in prima linea. Quando poi ho cominciato a studiare il violoncello, ho incominciato ad amare compositori contemporanei come Arthur Russell, quegli artisti che usavano lo strumento in maniera anticonvenzionale". Nata a Vancouver, Julia Kent si trasferì sedicenne a Bloomington, dove frequentò il conservatorio dell'Indiana University. "Quando arrivai a New York ebbi una specie di shock culturale. Mi sembrò di atterrare su un altro pianeta. L'energia che la città sprigionava era pazzesca. Era il 1989, un periodo di grande fermento musicale, ma io non avevo aspettative, sono onesta. Quel che volevo era sopravvivere. Non pensavo che ce l'avrei fatta con il solo violoncello, così incominciai a frequentare dei corsi di giornalismo". Ricorda che una notte finì in uno sgangherato club di Manhattan dove si esibivano i Nirvana. "Erano sconosciuti, e in sala non eravamo più di dieci. Rimasi a bocca aperta, compresi immediatamente che Kurt Cobain sarebbe diventato un eroe del rock. Ironicamente, pochi anni dopo Melora Creager delle Rasputina avrebbe suonato con i Nirvana. Facevo ancora parte della band quando conobbi Antony, la quintessenza dell'artista. Ha un modo di rapportarsi alla musica che è identico al mio. Inseguiamo idee, non mode. E' un genio, l'unica voce che riesca a dare una forma alla mia musica astratta".

Fra dieci minuti riprendono le prove. Julia si sfila gli stivaletti, ha un tatuaggio intorno alla caviglia destra ben visibile mentre col piede pigia il pedale come facevano molti chitarristi per produrre l'effetto wah-wah. "Il pop? Non fa per me", dice mentre accorda lo strumento. "Mi interessa seguire il mio percorso, un percorso difficile, faticoso, soprattutto quando sono in tour. Viaggio da sola, non ho una segretaria né un tecnico né qualcuno che mi aiuti a scaricare i bagagli. Sono il tecnico del suono, la roadie e l'artista in una sola donna". Ha suonato in I am a bird now di Antony and the Johnsons, uno dei dischi più belli dell'ultimo decennio, si è esibita alla Carnegie Hall e alla Royal Albert Hall, ha collaborato con Ben Weaver, Leona Naess, Larsen, Devendra Banhart e Donovan. "La mia casa discografica è la Rete", conclude prima di tornare ad accompagnare col violoncello lo strazio di un amore spezzato. "Un'artista indipendente come me non sarebbe neanche esistita se non ci fosse stato Internet. Posso incidere la mia musica, farla ascoltare e venderla. Non tutte siamo lady GaGa. All'industria del disco ormai resta solo il pop. Quello piace sempre, come la cioccolata".
(04 aprile 2011)

4.04.2011

Fine di un ammmore :(

Ci siamo, dopo un inverno particolarmente piovoso e rigido e dopo timidi e ripetuti tentativi di incursione, è arrivata con una certa prepotenza la primavera...più ore di luce durante la giornata, sono sbocciati i fiori, gli alberi sono carichi di foglioline appena spuntate, di quel verde acceso che sembra quasi irreale, ci sono ben più di 20°C durante le ore solari, la pressione sanguigna cade a picco un po' per tutti ma finalmente si può passare un'intera giornata a passeggio all'aria aperta...sembra tutto quanto roseo, solare, confortante...poi arrivi a casa, ti rilassi sul divano, prendi il computer per "captare" qualche nuova uscita discografica (magari non proprio onestamente), vai sui tuoi siti/blog preferiti, quindi nel mio ordine: SirensSound e prelevo, impactus e prelevo, Magiska e...non prelevo più nulla! :( Pensi subito sia un postumo del primo Aprile, quindi pazienti, controlli con una certa regolarità (ogni 20 minuti), ma nulla, poi inizia ad apparire qualche discussione in giro per il web, i toni non sono affatto confortanti tanto da cominciare a prepararsi al peggio. Passa qualche ora e purtroppo i timori si concretizzano...addio Magiska! O meglio, esiste ed esisterà ancora, ma soltanto in forma privata...se eravate membri attivi prima, continuerete ad esserlo anche ora, altrimenti ciccia! :(
Mi manca di già, in un certo senso è insostituibile, e dunque così come in una specie di elogio funebre, non mi resta che mettere qui l'ultimo album che ho potuto "raccogliere" da lì...bello o brutto che sia non ha importanza...tra l'altro non l'ho nemmeno ancora ascoltato! :)
Mi consolo pensando che poteva (personalmente) andarmi peggio , ossia la stessa sorte sarebbe potuta accadere al "mio" SirensSound, ad Impactus, od ancora al Weescoosa (anche se non più attivo come una volta!)...oltre restano il nodata, musicalcoma, bolachas (dovrebbe tornare attivo a breve), funkysoul ed innumerevoli altri...ma il Magiska lo trovavo... rassicurante! :'(

Si chiamano BUILD e l'album s'intitola "Place"...strumentale, chamber pop, jazz, sperimentale (queste erano le etichette)
Si può scaricare/ascoltare su SoundCloud: http://soundcloud.com/buildbuildbuild

4.01.2011

Una conferma, ed un anticipo.

Che rompipalle che sono oggi, addirittura due post!
...ma tant'è! Questa è una pagina della rivista "Rumore"...e raramente si potrà vedere una cosa simile, ossia nella stessa pagina la recensione di un album di Julia Kent e di un album dei Larsen. Per quanto riguarda Julia, sono contenta sia una conferma delle mie sensazioni (però che tirchi con i voti!), per quanto riguarda i Larsen...beh, a breve ne parleremo! :)

Questi gggiovani outsiders della politica...

Una volta tanto mi trovo a dover effettuare una deviazione dalla solita linea di questo blog, non per parlare di politica (verso cui non ho alcun interesse), ma per una semplice questione di buon-gusto, modernità, laicità, giustizia...e tutte queste belle parole...
Da 26 anni Torino ospita il Torino GLBT Film Festival "Da Sodoma ad Hollywood", rassegna di cinema gay, lesbo, trans e transgender; da 26 anni il festival in questione propone lungometraggi, cortometraggi e soprattutto documentari, scelti in base alla qualità delle pellicole. Come conseguenza del lavoro, della cura e dell'impegno dietro questa rassegna,  il GLBT Torino Film Festival è diventato il più importante festival queer europeo, ed a livello internazionale secondo soltanto al San Francisco International LGBT Film Fest.
Ebbene, il prossimo Maggio sarà la volta delle Elezioni Comunali, i candidati principali sono Fassino (PD) e Coppola (PDL), quest'ultimo è l'attuale assessore alla Cultura... Un assessore alla Cultura a quanto ne so, dovrebbe promuovere le iniziative che rappresentano una reale crescita, ed un arricchimento per il territorio, distribuire quindi i fondi adibiti per iniziative quali mostre, musei, festival, teatri, associazioni culturali...etc etc. Dovrebbe anche avere il compito di patrocinare tali iniziative, come riconoscimento del loro valore per la comunità stessa, per il territorio e per il turismo...
Sicchè, vedo patrocinare eventi futili come "merende sui tram storici" (davvero, esiste!)...ma chi se ne frega, che diano pure il patrocinio regionale, comunale, provinciale anche a questo...ma allora a questo punto la scelta di tale Coppola di ri-discutere la concessione del patrocinio al GLBT FF, che attrae sicuramente molti più partecipanti e che da risalto alla nostra città in misura nettamente superiore, non ha scuse che reggono...il suo intento è quello di dare un messaggio ben chiaro ai suoi elettori, proprio come fece un suo superiore (ma molto superiore!) lo scorso 1 Novembre...non ricordate? Potete ricontrollare su questo stesso blog...lo trovate sotto l'etichetta "putrescenze".
Intanto lascio il Comunicato Stampa dell'Arcigay di Torino:

(CS) Coppola revoca il patrocinio al Torino Gay & Lesbian Film Festival. E’ l’atto intimidatorio di una Giunta disperata.

Apprendiamo in questo istante che l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola ha revocato il patrocinio e l’uso del logo per la 26° Edizione del “Da Sodoma ad Hollywood” Film Festival: il principale evento cinematografico tematico dedicato alla cultura LGBT in Italia.
E’ un gesto gravissimo a meno di un mese dall’inizio della kermesse, con tutti i materiali in produzione ed è ascrivibile all’atto intimidatorio di una giunta di fatto schiacciata sull’ideologia più retriva che il governatore Roberto Cota, leghista e rampollo di Bossi, ha imposto a tutti i suoi collaboratori.Ci chiediamo quale idea di Torino abbia Michele Coppola – candidato sindaco di tutto il centrodestra – se nella parte finale del suo mandato si diletta a revocare il patrocinio, quindi l’investitura istituzionale, al più antico e riconosciuto festival a tematica LGBT italiano, uno dei principali in Europa. Questo gesto contraddice completamente l’idea di una Torino aperta alle sfide del futuro, alla diversità e alla dimensione internazionale, descrivendo invece una città grigia, impaurita e magari anche omofoba: una città che attualmente non esiste.
Non è un caso che il nostro Comitato, che opera sul territorio torinese da alcuni anni, nato dall’esperienza del Pride nazionale del 2006 a Torino, abbia deciso di dedicare il suo nome proprio ad Ottavio Mai che, insieme a Giovanni Minerba (l’attuale Direttore) ha fondato questo festival nel 1985. L’esistenza e la crescita di questo appuntamento sono legate indissolubilmente alla crescita della cultura della diversità e del rispetto che ha reso Torino, culla dell’intero movimento LGBT italiano, uno dei luoghi migliori in cui vivere.
Vogliamo festeggiare i 150 anni della Repubblica Italiana, e non di quella Padana, nel rispetto della nostra storia. Chiediamo pertanto all’assessore Coppola di fare un immediato passo indietro, restituendo al Festival del Cinema LGBT di Torino tutta la dignità e l’attenzione che gli spettano.